ROMA - Disoccupati, imprenditori, persone oneste rimaste senza lavoro, hanno deciso di porre fine alla loro esistenza, decisioni certo estreme, ma sempre più numerose.
Sono stati circa 500 i suicidi nel 2012 per motivi economici e sono la testimonianza del clima di tragedia della crisi che ha colpito gli italiani portando paura, solitudine e rassegnazione. Il regista Filippo Soldi con il suo Suicidio Italia- Storie di estrema dignità ci fa sentire l’urlo selvaggio dell’anima che i cittadini lanciano alla politica e alle istituzioni .Il loro messaggio di protesta è un invito a risollevare la testa e ribellarsi. Tra gli ultimi lavori per Rai cinema Filippo Soldi ha diretto il documentario Case chiuse ( 2012) menzionato al David di Donatello. Lo abbiamo incontrato a Roma in occasione dell’Anteprima Nazionale del Film al Teatro Ghione l’11 Febbraio coincisa con la giornata storica delle dimissioni di Papa Benedetto Ratzinger.
Siamo a due passi da Piazza San Pietro mi viene in mente la scena del tuo film che racconta la protesta dell’imprenditore Marcello Di Finizio rimasto una notte sul Cupolone….
E’ una scena d’impatto come il suo gesto disperato che voleva richiamare un’attenzione che riusciva ad avere da parte delle istituzioni. Volevo rappresentare il contrasto di come lassù un uomo andava verso l’infinito tra le impalpabili nuvole del cielo che ci ricordano Aristofane, dando l’impressione di un tempo infinito, assurdo, invece sotto la vita quotidiana scorreva sui binari di sempre.
“ Nuvole del cielo, divinità potenti, sono loro che ci rendono capaci di pensare, di riflettere, incantare” diceva Socrate. Ma partiamo dall’’inizio come è nata l’idea di realizzare il docu-film Suicidio Italia?
Siamo ripartiti dalla profetica frase “oggi a noi domani a voi” del Film Tutti giù per aria prodotto da Alessandro Tartaglia Pulcini assistente di ci volo in mobilità e siamo andati a vedere altre realtà lavorative cercando di capire chi ha pagato per la crisi, in un sistema che taglia sempre più posti di lavoro e lascia senza voce e tutela licenziati, cassaintegrati e disoccupati.
Le storie raccontate sono tutte storie disperate e vere. Quali sono state le emozioni che hai provato incontrando queste persone?
E’ stato davvero toccante incontrare persone che per la prima volta si aprivano con qualcuno e partecipare alla loro sofferenza. Ho raccontato il dolore di famiglie distrutte per problemi economici. Con grande rispetto mi sono avvicinato a loro, individui che con una grande forza d’animo sopportano il peso di atroci lutti. Tiziana Marrone la vedova di Giuseppe l’imprenditore che si è dato fuoco davanti all’ufficio delle entrate di Bologna o Giorgia Frasacco , suo padre ha visto fallire la sua azienda e si è sparato con un colpo di fucile o Lucilla Del Rosario che ha perso prima il figlio , per malattia e poi il marito.
Ci sono stati dei momenti difficili durante le riprese...
Sì e ricordo in particolare un giorno ero quasi deciso a rinunciare al progetto della realizzazione del Film per i pochi soldi nelle casse dell’associazione Ticto e ero molto scoraggiato, quando per le mani mi sono ritrovato un piccolo libro regalatomi da Lucilla scritto da suo figlio prima di morire ed in quel momento ho ritrovato un’ indescrivibile forza di continuare, come fosse stato lui a spronarmi ad andare avanti. Sono certo che non sono coincidenze, ma dei chiari segnali e precisi messaggi…
Cosa ti ha ancora colpito di questi incontri con i parenti delle vittime…
Mi ha colpito che in tutti c’era un profondo dolore, ma in nessuno di loro un sentimento di rabbia una frase .”mi ha lasciato qui con i problemi” ma sempre “ha pagato per tutti e per colpe non sue”. Non si può parlare di suicidio ma di omicidio e di omicidio di stato.
In che senso spiegaci meglio mancano risposte concrete…
Lo Stato dovrebbe avere il compito di tutelare le persone perbene e se anche solo involontariamente la struttura dello stato condanna alla morte i cittadini perché non li assiste forse si starebbe forse meglio senza lo Stato..
Nel docu-film avete cercato di dare risposte anche dal punto di vista economico sul perché di questa crisi ..
Abbiamo cercato con l’aiuto di economisti di capire. Gianni Dragoni, giornalista economico ci presenta le distorsioni di un assetto di potere che tiene bloccata la crescita economica nel nostro paese e Paolo Barnard invece ci da una lettura con le sue posizioni estreme in economia e politica.
Posizione molto estrema anche quella di Paola Musu?
L’ho voluta nel mio film perché anche la sua denuncia alle più alte cariche istituzionali rappresenta un altro ennisimo gesto estremo di un grande disagio.
Nel film i quadri dai colori accesi di Dario Fo irrompono sullo schermo con la sua voce...
Volevo la fantasia , il suo occhio d’ artista e che ci raccontasse quello che stiamo vivendo e ci aiutasse ad aprire le nostre menti. E lui con la sua frase è come essere alla fiera degli obey obey ci dice cosa è diventata l’Italia, una carnevalata ma il Carnevale dura solo tre giorni……
E un tuo parere personale…
C’è un tale sconvolgimento sociale che mi pare di essere essere nel 1789 poco prima della Rivoluzione Francese, ma in Italia si sa non c’è tradizione per la Rivoluzione e si assiste a una sorta di obnubilamento sociale più sviluppato che ne 1700.
La scelta è di un finale aperto, colpisce il monologo dell’attrice Eugenia Costantini , la lettura del lungo elenco dei nomi di persone che si sono tolte la vita che pare non terminino mai?
Volevamo rendere un senso di infinito. Come se lo spettatore nell’ascoltare i singoli nomi letti ad uno ad uno si chiedesse: ma quando tutto questo finirà…..